Destination portrait – Servizi fotografici in giro per l’Italia (e per il mondo)

Pubblicato da Eleonora Rinaldi il 26 Settembre 2020

Il mondo è un libro, e chi non viaggia ne legge solo una pagina

Avete mai avuto una grande passione?

Qualsiasi persona ha una risposta a questa semplice (in realtà molto insidiosa) domanda. Molto spesso, nella vita, le passioni sono tante. Sempre più spesso risulta difficile coniugarle e riuscire a viverle, durante le nostre frenetiche giornate. Gli impegni lavorativi ci portano spesso ad accantonare i nostri piccoli o grandi sogni, che 'chiudiamo' nell'ormai famosissimo cassetto. Per me e per la mia amica Irene è stato un po' così per un po' di tempo.

Due fotografe, appassionate del proprio lavoro, ma con un altro grande desiderio da realizzare: viaggiare. Spesso in passato, per impegni, o circostanze, non siamo riuscite ad andare in quel luogo che volevamo assolutamente visitare. Poi, un giorno, l'idea: rendere il nostro lavoro di fotografe un motore alla nostra passione per i viaggi, e non un ostacolo.

Come siamo riuscite a farlo? Coniugando le due cose, ovviamente.

Non si tratta di semplice fotografia di viaggio o di paesaggio, ci piace l'idea di raccontare storie, di coloro che decidono di affidarsi al nostro occhio e alla nostra sensibilità. Storie che non si possono "catalogare", o definire, sono racconti di uomini, donne, coppie, mamme, figli...persone con cui condividiamo l'amore della scoperta di nuovi luoghi.

La prima tappa dei nostri destination portrait è stata la Provenza, con i suoi immensi campi di lavanda, i profumi, e i tardi tramonti estivi.

Ci capita allora di raccontare la storia di tre giovani ragazze parigine, Emmeline, Marina e Julia, o di Paula, una ragazza che dalla Russia si è trasferita in Francia per amore, o di Carlo e Anna, arrivati dall'Italia per ammirare la bellezza e la vastità dei noti campi provenzali. La prima sensazione che abbiamo avuto durante questi servizi fotografici è stata proprio quella della totale libertà, nell'esprimerci, con i nostri scatti, di poter sperimentare ed osare.

Abbiamo giocato anche tra noi, scattandoci delle foto, passando, per una volta, dall'altra parte dell'obbiettivo. Una prova dura, ma estremamente utile a noi stesse.

Perché lo fate? Qualcuno ce lo ha chiesto. Beh, una volta, ho letto una cosa che mi ha profondamente colpito. Non ricordo dove (purtroppo la mia memoria delle volte mi tradisce) quindi spero che l'autore dell'idea non si offenda, per non avere citato la fonte di quello che sto per dire. Estrapolando un po' il senso di tutto, il testo affermava che una cosa molto importante per noi fotografi è non copiare sé stessi, non rimanere ancorati al proprio stile ed alle proprie convinzioni, proponendo immagini sempre "uguali". Allora mi sono chiesta: come posso farlo? Non sono ancora riuscita a darmi una risposta univoca e decisiva, ma certamente sto lavorando molto su me stessa.